Hanno perso 8 milioni di euro in due o tre settimane. A ottobre è bastato un titolone sul «mal di sushi in città» per tenere alla larga dai circa 800 ristoranti giapponesi gestiti da cinesi in città dal 20 fino al 50 per cento della clientela abituale.
«Siamo andati ovviamente a fondo» fa presente Francesco Wu, presidente dell’Unione imprenditori Italia-Cina (Uniic) che conta circa 400 soci, e un’ottantina sono titolari di locali cinesi e soprattutto giapponesi. E dopo l’incontro con Ats e Confcommercio ha ridimensionato l’allarme ricoveri e sushi: «Da inizio anno sono state ricoverate 53 persone dopo aver consumato del pesce crudo, e meno del 10% avevano mangiato sushi. Stiamo quindi parlando di pochissimi casi su 18 milioni di pasti serviti all’anno, diciamo che è stata una mezza bufala, una disinformazione che ci ha procurato danni enormi sul fatturato per qualche settimana».
Leggi l’articolo completo di Chiara Campo su ilgiornale.it del 15 dicembre 2016.